Mi ero ripromesso di non
tornare più sull’argomento strada Breglia-Carcente,
poiché tutto era stato svelato e il cittadino informato di quanto stava
accadendo a riguardo.
Inoltre avevo volontariamente
evitato di parlare della società Greno Power e del progetto di captazione acque
del Greno per la rimessa in funzione dell’antica centrale idroelettrica in
disuso da anni. Ma vivere a occhi aperti, in questo splendido territorio, è
anche una condanna per chi da sempre pone al primo posto la salvaguardia dell’ambiente
e l’interesse proprio della pluralità degli individui. Potrei chiudere gli occhi come preferiscono
fare in molti, oppure difendermi e difendere con l’unica arma che possiedo: la
parola. Decido per la seconda opzione.
Certo, non è molto e nulla può
contro le autorizzazioni, le concessioni e i provvedimenti che pare cadano dal
cielo come pioggia radioattiva, eppure io difendo, e parlo e scrivo e denuncio
azioni perpetrate da Tizio e Caio nei confronti dell’ambiente e dei cittadini.
E’ solo un modo per sottrarre il mio nome alle zozze storie di abusi di questo
paese? Forse. Chi non si oppone è complice.
La storia che sto per
raccontarvi è certamente una delle tante che affligge l’Italia, la Lombardia e
nel caso specifico il lago di Como. Luogo incantato, dai mille torrenti che in
lui si riversano da millenni dando origine a uno degli spettacoli più belli al
mondo. Eppure, della bellezza, c’è chi se
ne frega. Forse perché incapace di riconoscerne la forza e la capacità che ha
nel rigenerare l’uomo e restituire sempre un equilibrio tra lui e l’ambiente, perchè osserva con occhi torbidi:
Se contemplo un bosco che intendo acquistare, affittare o ipotecare, in cui voglio far legna o andare a caccia, io non vedo il bosco ma solo le sue relazioni con il mio volere, con i miei piani, con le mie preoccupazioni e il mio protafoglio. Ma se non me ne aspetto alcunché, se mi limito a guardare spensieratamente nella sua verde profondità, ecco che esso è il bosco, è natura è creazione vegetale, è bello.
Hermann Hesse da Il mio credo
Questa è la prima e vera risorsa di un territorio!
Bisognerebbe farlo sapere
anche alla responsabile Servizio Risorse Territoriali della Provincia di Como che
pare ami concedere autorizzazioni per la captazione e derivazione dell’acqua
per uso idroelettrico per ogni richiesta senza troppa attenzione. E non mi
riferisco solo a doverose perlustrazioni accurate del luogo per costatare una fattibilità
geologica conforme. Ci si può fermare molto prima per accorgersi con quanta
superficialità si redigono atti, pubblicazioni e concessioni in quegli uffici.
Per farvi un esempio, sempre
riguardo al Greno, voglio riportare qui parte della pubblicazione fatta dalla
Provincia sul bollettino ufficiale di mercoledì 25 gennaio 2012.
La
dott. sa Paola Bassoli, responsabile del Servizio Risorse Territoriali
(Settore
Ecologia e Ambiente) della Provincia di Como,
Autorità
competente per l’istruttoria e il rilascio del provvedimento
di
concessione,
RENDE
NOTO
che
la sig.ra Tania Garbo (c.f. TNA79R60L319W) ha presentato
domanda
il 18 maggio 2011, integrata il 10 novembre 2011,
rispettivamente
agli atti prot. n. 25221 e n. 49938, per ottenere la
concessione
di derivazione di acqua, ad uso idroelettrico, dal
torrente Greno
in comune di San Siro (CO).
Sembrerebbe tutto regolare sennonché, a una più accurata
attenzione, ci si accorge dell’inesistenza della signora Tania Garbo. La
risposta sta tutta nel codice fiscale che presenta 13 caratteri invece che 16
come dovrebbe avere. Chi è dunque questa Tania Garbo, privata cittadina, che
prima della Greno Power fa una simile richiesta? Si tratta di un errore o che
cosa?
Questo per mettervi al corrente che forse alla Provincia i
controlli sulle domande e pubblicazioni sembrano zoppicare, figuratevi su tutto
il resto. Insomma: responsabili irresponsabili? E intanto i lupi ballano
ottenendo concessioni facili e scarse di controlli.
E’ il caso di Greno Power, società a responsabilità
limitata che tra i soci fondatori vede niente meno che sindaco e vice sindaco
del comune di San Siro (CO). Società nata per l’occasione chiamata energia
rinnovabile. Società che, dopo aver espropriato i terreni ai cittadini di San
Siro (senza preavviso alcuno), con l’approvazione di una Provincia distratta e
aver ottenuto tutti i benefici (e parlo di certificati verdi, finanziamenti e
via dicendo) che il sigillo dichiarazione
di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell’opera permette (decreto
n° 25 del 30 ottobre 2015), società, dicevo, che dopo aver fatto tutto questo,
senza pudore alcuno, i soci fondatori decidono di vendere ad acquirenti che si
ritrovano tra le mani il pacchetto completo bello e pronto. Direi un buon affare per la Greno Power, un po’
meno per i cittadini che hanno creduto al loro sindaco e che forse continuano a
farlo.
E non ho alcuna intenzione di star qui ora a raccontarvi
delle complicazioni ecologiche e ambientali che centinaia di piccole centrali
possono favorire sul territorio, della scarsa potenza di kilowatt che riescono
a produrre e dell’irrisoria percentuale dei proventi destinata al comune. Ne ho già fatto
cenno in un precedente articolo sulla centrale che la Rinnovabili
Service s.r.l andrà ad attivare
a Cremia, a pochi chilometri da San Siro.
Ma torniamo a San Siro, appunto. Dopo tutte queste belle
parole vi starete chiedendo cosa c’entra la Breglia-Carcente in tutto questo,
tragedia locale (e non solo) che ho volutamente citato all’incipit dell’articolo.
Forse nulla, ma non tutti sanno che quella bella e nuova
strada, fortemente voluta dai sindaci dei comuni coinvolti, attraversa
terreni adiacenti alla futura centrale. Una casualità? Lo lascio decidere a
voi.